Black rain

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Il sabato al centro commerciale la folla passeggia euforica fra negozi e caffè al coperto. Riparati dalla pioggia,  ci si illude di essere intoccabili, puliti. Nella vetrina di una libreria spicca La nostra casa è in fiamme di Greta Thunberg. Qualcuno ha avuto l’amara ironia di collocarlo al fianco del Manuale della felicità di Raffaele Morelli. Sfoglio le pagine del libro di Greta. Mi colpiscono le sue parole dure: Ci troviamo di fronte a una catastrofe. Voglio che proviate la paura che provo io ogni giorno. Voglio che agiate come fareste in una situazione di crisi. Come se la vostra casa fosse in fiamme. Perché è quello che sta succedendo. La gente sorride ignara, progetta, gioca al lotto, mangia un gelato, spinge un carrello. Nessuno fugge via in preda al panico. Si comporta come nulla fosse. Il giorno seguente si vota. Noto una discreta affluenza. Il voto è segreto, ma so perfettamente cosa voteranno. Vincono ancora una volta le destre. Quelle della fobia per il diverso, del terrore xenofobo, dell’indifferenza per i diritti di tutti i cittadini, del pretesto a ogni costo contro le ideologie di sinistra, contro i diritti degli altri, contro sempre e comunque. I diritti degli altri. Venerdì partecipo a una conferenza sul clima, coincidente con la manifestazione per il clima che si sarebbe tenuta di lì a poco. Non serve cambiare radicalmente: radicale è una parola che non mi piace, commenta Filippo Giorgi. Quello che serve è spaventarsi e iniziare a cambiare il proprio stile di vita. Ognuno di noi nel suo microscopico universo può contribuire al cambiamento. Prendere l’auto il meno possibile, spostarsi a piedi o in bicicletta. Personalmente non ho guidato l’auto per vent’anni, almeno sul tema dell’utilizzo superfluo delle vetture non posso sentirmi in colpa. E ancora, consumare meno acqua per lavarsi, ottimizzare i consumi, evitare gli sprechi di cibo, privilegiare le proteine vegetali. Vestire con abiti di dieci o quindici anni prima, senza gettarli via se non li indossiamo da tanto. Riciclare. Acquistare meno. Non è impossibile. L’importante è diventare consapevoli di quei due gradi centigradi. Non è più questione di partito o ideologia, ma di sopravvivenza del pianeta. Preservare la biodiversità e quindi la stessa razza umana. Questo comporta il rispetto altrui. Il sano altruismo, l’accordarsi contro l’imporre. Compito arduo persino nelle famiglie, figurarsi per l’intero pianeta. Sul lavoro partecipiamo a un progetto. Una collega propone una data, faccio presente con ampio anticipo che ho qualche difficoltà in quella giornata, ne propongo altre. Quando tutti concordavano con quella giornata proposta, la maggior parte dei partecipanti si tira indietro e resta il mio nome. Pensi alla collega, al suo sguardo allucinato, agli occhi che si spingono fuori dalle orbite. Non ti interessa di che partito sia. E’ del partito che impone, che mette al primo posto i propri interessi. Viviamo sul pianeta dell’altruismo estinto, in un’epoca in cui le destre al potere invischiano ogni cosa con la loro pioggia sporca. Piove. Piove sui diritti, sulla gente morta in mare, sulla terra bagnata. Piove dentro di noi, nella nostra stessa carne: è una pioggia sporca che tocca tutti, e nessuno resta senza colpa.

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